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ARTIST STATEMENT

TOMMASO DUBLA

Il mio lavoro nasce da luoghi che non si vedono.
Sono
spazi dimenticati, frammenti sospesi nella memoria, mappe interiori incerte, sfocate, eppure familiari.


La materia è il mio interlocutore.
Guaina liquida, bitume, oli, terre, gommalacche virate, inchiostri: non li uso, li ascolto.
Ogni sostanza custodisce una voce, una memoria, un tempo. Alcune si lasciano attraversare, altre oppongono resistenza e si sottraggono.


Trovo risonanze nelle superfici ferite di Burri, nelle tensioni materiche di Tàpies, nei neri profondi di Soulages, nella spazialità di Fontana, nella memoria stratificata di Kiefer.


Il mio gesto non impone: avanza per scavo, strato dopo strato, cercando un varco tra ciò che emerge e ciò che resta nascosto. La superficie diventa pelle, corpo, luogo sacro — un campo di relazione dove il gesto incontra la materia e lo sguardo trova un appiglio, un vuoto, una resistenza.
La pittura è il mio attraversamento.
Ogni opera è una traccia di passaggio, il segno di un tempo interiore che non smette di mutare.
Forse dipingo per
tornare a un’origine che non ho mai smesso di cercare.
O forse per ricordare che
nascere non è un istante, ma un atto che ci attraversa ogni giorno.

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