CANTIERI NEL VUOTO
Il progetto esplora la fragile relazione tra materia e memoria, trasformando la città di Venezia in un simbolo di precarietà e ricostruzione mentale.
Ogni opera è un attraversamento di spazi sospesi tra realtà e immaginazione, dove la tela diventa pelle e superficie sensibile, prontaa raccogliere tracce e incisioni.
Venezia, con la sua continua trasformazione e la sua instabilità diventa metafora dell’identità umana: una città che cade e si ricostruisce ogni giorno, come la nostra mente. Il gesto pittorico nasce da un’azione di preparazione e protezione, la tela trattata con guaina liquida bianca accoglie il bitume nero, creando un dialogo tra luce e oscurità, tra presenza e assenza.
L’opera non è un frammento nostalgico, ma un atto di ascolto e trasformazione. La luce costruisce le forme per sottrazione, mentre l’incisione apre passaggi nella materia, rivelando le tracce di ciò che è sotto. Ogni tela è un altare, ogni frammento una reliquia, un pensiero che si sfalda e si intreccia in cerca di forma.
In questo contesto, l’arte si configura come un processo di ricostruzione percettiva, evidenziando la frattura tra la realtà tangibile colta dallo sguardo e i confini sfocati restituiti dalla memoria.
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